Il Musical Aspects Of Love e le produzioni di Webber dagli anni ’80 ai primi anni 2000: fra sobrietà e magnificenza
Verso la fine degli anni ’80 Webber intraprese una via più intimista nella scelta dei soggetti per i suoi musical, evidenziando un’ulteriore maturità sia realizzativa che contenutistica.
Il Musical Aspects Of Love
Il 1989 segna la nascita di Aspects Of Love, una lunga passerella di relazioni amorose che attraversano tre generazioni, con ironia, rassegnazione e la consapevolezza, come nell’omonimo e famoso brano dello spettacolo che Love Changes Everything, l’amore cambia ogni cosa.
L’allestimento si fa sobrio e riflessivo, in alcuni momenti romantico e malinconico, niente effetti speciali, illusionismi o pattini a rotelle. È un musical adulto e per adulti, che forse risulta il lavoro meno conosciuto di Webber con una permanenza in scena di solo tre anni rispetto ai suoi capolavori precedenti ancora in replica.
La trama del Musical Aspects Of Love
Basato sull’omonimo romanzo di David Garnett, si narra la storia di Alex diciassettenne innamorato di un’attrice più grande di lui, Rose. Il ragazzo la invita a passare una vacanza nella villa del ricco zio George. Rose e George s’innamorano e decidono di sposarsi con grande amarezza di Alex. Gli anni passano, i due coniugi avranno una figlia, Jenny che, diventata adulta, s’innamorerà del cugino Alex, affascinante e ricco. Quest’ultimo è però fidanzato con Giulietta, una ex di George che si è sentita attratta per un momento anche da Rose. Alla morte di George, Rose tenta un riavvicinamento con il giovane Alex che però sceglierà di stare con Giulietta, facendole capire quanto è sola.
Questa intricata love story in musical si è guadagnata l’appellativo di musical soap-opera, per la complessità della trama e dei rapporti tra i personaggi. Sicuramente la score risulta sofisticata, ricercata e meno commerciale delle precedenti. Webber però è comunque riuscito a lanciare la hit portata al successo da Michael Ball, primo interprete nel ruolo di Alex, Love Changing Everything ed altri brani molto romantici Anything But Lonely e Seeing Is Believing. Nel complesso risultano troppi recitativi cantati, spesso ripetitivi e monotoni, che si apprezzano solo dopo molti ascolti.
Il Musical Sunset Boulevard
Il successivo capolavoro webberiano, Sunset Boulevard del 1993, richiama i temi della decadenza, della memoria e del cinismo dello showbusiness, con la melodrammatica storia di Norma Desmond, ex diva del muto soppiantata dall’arrivo del cinema sonoro. Il pubblico la dimenticò e fu costretta a vivere in un esilio dorato nella sua villa mausoleo.
Basato sull’omonimo film di Billy Wilder, la trama racconta di un giovane sceneggiatore cinematografico che non ha ancora trovato la sua occasione nella spietata Hollywood. Rimasto in panne con la propria auto si ritrova per caso nella lussuosa ma ormai decadente villa della grande diva del cinema muto, Norma Desmond, anziana e senza servitù. La star vive nei ricordi, servita solo dal fedele ma ambiguo maggiordomo Max.
Saputo che il giovane è uno sceneggiatore, Norma gli chiede di scrivere il prossimo film che segnerà il suo ritorno sulle scene. Il ragazzo, a corto di soldi, accetta la proposta e si trova ben presto amante e mantenuto dell’anziana signora. Nel frattempo incontra Betty, una giovane scrittrice, con cui lavorerà alla stesura della sceneggiatura, e inevitabilmente si innamorerà di lei. Un giorno Norma viene chiamata dagli studi cinematografici ed è convinta che sia per lei il ritorno alle scene; in verità una famosa regista l’aveva contattata solo per chiederle in prestito la sua lussuosa auto. Delusa per la scoperta, e ancor più amareggiata per aver saputo della relazione tra il giovane e la scrittrice, pazza di gelosia uccide il suo amante. Mentre arriva la polizia, il maggiordomo, che si scopre essere stato il suo ex marito talmente innamorato da rimanere al suo fianco, la convincerà di essere su un set di un film, così Norma si dirà pronta per il suo primo piano.
Le musiche che Webber scrive per questa realizzazione sono da brivido: ricordano lo stile swingato e le atmosfere degli anni ’40, il jazz si mescola alle arie indimenticabili, fra le più belle With One Look, la presentazione di Norma in tutto il suo ego, As If We Nerver Said Goodbye, quando torna negli studi, The Perfect Year, altro affascinante assolo.
I testi scritti da Don Black e Christopher Hampton sono cinici, intelligenti e rendono al meglio il clima di decadenza.
Un musical completo dove sembra non mancare nulla, canto, danza e recitazione sono perfettamente amalgamati tra loro. I prodigi tecnici stupefacenti non mancano: dal cadavere galleggiante in acqua come nella prima scena del film da cui trae ispirazione, alla villa di Norma con la faraonica scalinata che si alza per far affiorare sotto altri ambienti come studi cinematografici, ristoranti, uffici di Hollywood, un palco su più piani con più situazioni contemporaneamente. Lo spettacolo presenta nuovamente un allestimento in grande stile e debutta a Londra riportando le critiche più contrastanti per opulenza e un’estetica eccessiva, ma il giudizio finale è di assoluto fascino per la superlativa messa in scena, una delle più ricche e complete del West End.
Il Musical Whistle Down The Wind
Le opere successive sicuramente meno d’impatto rispetto ai precedenti, sono Whistle Down The Wind del 1996, musical ambientato nell’America degli anni ’50, pieno di effetti speciali e a metà tra la favola e la storia romantica e religiosa. Il protagonista è un ambiguo Gesù dei tempi moderni, travestito da criminale inseguito dalla polizia, e nascosto dai bambini di un villaggio in un fienile. Un musical per ragazzi e famiglie con poche canzoni veramente interessanti, sviluppate più come colonna sonora dello show da sottofondo ai dialoghi.
Il Musical The Beautiful Game
Nel 2000 Webber decise di tornare alla sobrietà con il musical drammatico ed emozionante The Beautiful Game, scritto da uno dei migliori nuovi romanzieri e commediografi inglesi Ben Elton.
La trama racconta di una squadra di calcio parrocchiale irlandese, negli anni ’60 e ’70, epoca del tumulto e delle rivendicazioni politiche e religiose. Molti dei suoi componenti diventeranno vittime di pestaggi, attentati e sparatorie, altri gli autori delle stesse. Nella score si mescolano musiche folk irlandesi con un rock punk e molti suoni acustici, anche se non mancano le ballate romantiche. Un musical coraggioso, che alcuni critici hanno definito il West Side Story degli anni 2000 e che, proprio per il suo osare si è dovuto accontentare di solo un anno di repliche.
Il Musical The Woman In White
Nel 2004 è la volta di The Woman In White, musical kolossal melodrammatico, con una storia di mistero, intrighi e amore di due sorelle e il loro tutore, il tutto reso inquietante dalle apparizioni di una dama bianca che si rivelerà la chiave per risolvere l’enigmatica e tormentata esistenza dei protagonisti, imprigionati da una sottile ragnatela di inganni. Il book è sostenuto da una partitura opulenta e romantica, densa di ballad tormentate con troppi recitativi cantati, vicina allo stile di Aspects Of Love. L’allestimento prevede proiezioni giganti usate come scenografia innovativa, ma spesso troppo statiche e piatte.
Andrew Lloyd Webber è considerato universalmente il Re Mida del musical moderno, la sua abile contaminazione tra i generi più moderni e classici, la musica pop e rock unite alla drammaturgia d’effetto, in una zona di confine tra gli stili più disparati, gli hanno assicurato una popolarità inimmaginabile. Del resto in questi titoli Jesus Christ Superstar, Evita, Cats, Starlight Express, The Phantom Of The Opera, c’è quasi tutta la storia del teatro musicale internazionale degli ultimi quarant’anni, e tutti questi capolavori hanno un denominatore comunque, il nome Webber e la sua creatività che, complice la forte crisi del teatro americano degli anni ’70, si è imposto come guida della British Invasion, diventando a ragione il “Re di Broadway”.
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